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mercoledì 4 giugno 2014

Coltivare l'albero del sapone coltivare il Sapindus Mukorossi

Anzitutto, di cosa si tratta?
E' un albero originario dell'India che può raggiungere i 20 mt di altezza  i 90 anni di età.  E' conosciuto per la proprietà detersiva dei suoi frutti, le noci saponarie,  capaci di sostituire persino i preparati per lavatrice, a zero impatto ambientale. La pianta si distingue anche esteticamente per la rigogliosità della sua chioma costituita da foglie allungate di un bel verde.
In commercio si trovano i gusci della noce saponaria che se inseriti in un sacchetto di cotone e aggiunti in lavatrice promettono un bucato di prim'ordine. La sostanza detergente e antibatterica si trova nel guscio della noce che viene raccolta in autunno, tra settembre e novembre, lasciata essiccare e privata del seme interno ( quello che invece andrà piantato per avere una nuova pianta). I gusci di noci possono essere utilizzati per più lavaggi e con un kilo si possono fare circa 200 lavatrici ad un costo di circa 20 euro. Rispettano i colori e sono ipoallergeniche.

Curiosità: dalle noci si possono anche ricavare decotti per i capelli, l'igiene degli animali e il lavaggio delle stoviglie.

Come si coltiva?
Pur essendo una pianta rustica, teme il gelo, quindi sarà difficile da coltivare laddove le condizioni climatiche siano particolarmente rigide. Ama l'acqua, ma non il ristagno idrico quindi necessita di una corretta gestione delle annaffiature. Il Sud Italia rappresenta un ambiente favorevole al suo sviluppo. Se ne può trovare un esemplare anche all'orto botanico di Palermo.
In genere per averne una pianta se ne acquistano i semi e si fanno germogliare in ambiente protetto. Anche in condizioni favorevoli la pianta impiega in media 9 anni prima di produrre i suoi preziosi frutti.Ad ogni modo per chi fosse interessato all'esperimento ecco cosa fare una volta acquistati i semi:
1) Indebolire la buccia del seme che si presenta impenetrabile dalle radici
Si può mettere in ammollo in acqua calda ( non bollente) per 24 ore o cercare di scalfire con una limetta. Col martello invece si rischia di rompere il seme mentre l'obiettivo deve essere solo quello di scalfire la buccia.
2) Piantare in un recipiente profondo in grado di accogliere le radici. Una volta interrato andrà riposto in un luogo riparato dalla luce diretta del sole, all'esterno se primavera o in serra se il clima è più rigido. Bisognerà annaffiare di tanto in tanto per evitare che il terreno si secchi, evitando però i ristagni.
3)Attendere la germinazione che è lenta e si verifica nell'arco di uno o tre mesi dall'impianto. Non tutti i semi germoglieranno quindi è meglio fare più tentativi in contemporanea.
4)Una volta germogliato la piantina va spostata in pieno sole e annaffiata quando il terreno si presenta completamente asciutto.




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