Il pistacchio (greco Pistàkion) è una pianta antica, citata anche nell'Antico Testamento, originaria del Mediterraneo (Persia, Turchia) dove ancora oggi è coltivata.
La pistacchiera di Bronte si trova sulle rocce laviche. I frutti, prodotti secondo tradizione, sono esportati in tutto il mondo. E sono diventati l'ingrediente base di piatti esteri: dolci e salati: dalle salse per cacciagione realizzate in Germania al cioccolato e pasticcini di Svizzera e Belgio. Sono considerati infatti prelibati per le caratteristiche organolettiche che li differenziano dai pistacchi coltivati in altre aree siciliane (Caltanissetta, Agrigento) o estere (Grecia, California, Argentina, Turchia). E oggi sono molto richiesti anche dal Giappone.
Una coltivazione rispettosa della natura.
Gli alberi della piastacchiera di Bronte subiscono solo i trattamenti strettamente necessari alla sopravvivenza: non vengono concimati nè irrigati e anche le potature sono limitate all'asportazione dei rami secchi e delle gemme sviluppate nell'anno di riposo.
Gli alberi della piastacchiera di Bronte subiscono solo i trattamenti strettamente necessari alla sopravvivenza: non vengono concimati nè irrigati e anche le potature sono limitate all'asportazione dei rami secchi e delle gemme sviluppate nell'anno di riposo.
La raccolta avviene una volta ogni due anni, da fine agosto a inizio settembre.
Frutto: allungato e di colore verdognolo con cuticola violacea.
Riconoscimenti: al Pistacchio di Boronte è stato conferito il marchio italiano di tutela Dop ed è stato inserito tra i cibi Slow Food.
Da provare: la mortadella coi pistacchi che unisce in un unico prodotto due sapori tipici della tradizione culinaria italiana.
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