venerdì 21 dicembre 2012

Mele a polpa rossa, dalla RedLove all'Italian Passion alla Pelingo


Hanno la polpa rossa, ma niente a che fare col pomo avvelenato di Biancaneve. Anzi, non sono neppure Ogm. Sono ibridazioni di frutti antichi  con cultivar in grado di migliorarne il sapore che, a causa di un eccesso di composti fenolici, risultava eccessivamente acido.
Annunciate nel 2010 le mele RedLove sono una produzione inglese alla quale ha lavorato un agronomo svizzero  Markus Kubertis che per vent'anni ha incrociato specie diverse tenendo gli alberi in gallerie per evitare l'impollinazione fortuita delle api. Ne esistono due varietà: una precoce, raccolta a metà agosto, e una da magazzino in raccolta da fine settembre. In vendita si trovano anche gli alberelli di piccole dimensioni che non temono il freddo e producono una fioritura che va dal rosa al fucsia. Purtroppo essendo una novità costano un po' di più degli alberi normali.

Quella inglese, però, non è l'unica. Anche l'Italia vanta una sua "Italian Red Passion" selezione, in fase di sperimentazione, che comprende quattro varietà ottenute incrociando un antico frutto piccolo del centro Italia a polpa rubino con diverse cultivar- Annurca e Dolce - realizzata  presso l’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale dell’Università della Tuscia. Il contenuto di sostanza secca ed il pH del succo dei frutti, delle quattro linee di Italian Red Passion è pertanto simile a quello dell'Annurca.

Intanto anche nel Trentino, dove storicamente, erano presenti coltivazioni di mele a polpa rossa autoctone, è nato il consorzio «NovaMela» che raggruppa i produttori della regione. Oltre confine, invece, è stato fondato Ifored, organismo internazionale che  avrà il compito di testare, selezionare e commercializzare questa varietà.

Se poi si vuole una mela rossa spontanea e gustosa, le cronache di Urbino raccontano una scoperta straordinaria  in un bosco vicino al santuario del Pelingo dove una signora si è imbattuta in una mela a polpa rossa  dalla rara qualità di essere gradevole al gusto. Il frutto è stato subito ribattezzato Mela Pelingo ed è stata avviata una procedura per ottenere il brevetto.

Dove acquistarla

mercoledì 5 dicembre 2012

Biopiscina, un laghetto balneabile in giardino

Un'acqua fresca, limpida e dolce, come quella di un lago montano. E' possibile anche in giardino con la biopiscina, ultima tendenza eco-green proveniente dal nord europa. Il concept è semplice: sostituire le sostanze chimiche di depurazione dell'acqua, come il cloro, con piante fitodepuranti. Le differenze con una piscina tradizionale sono anche estetiche: l'invaso  viene  realizzato in armonia con l'ambiente circostante, come fosse un laghetto naturale, magari con una zona di terra che degrada verso l'acqua più profonda. E nuotare in armonia con le piante acquatiche che seguono il loro ciclo di fioritura e crescita promette di regalare attimi di vero relax. C'è anche un vantaggio economico, i costi di realizzazione e, soprattutto, di manutenzione, sono più contenuti rispetto a una normale piscina e in Italia la loro costruzione non necessita di permessi edilizi, ma rientra nella normativa relativa ai "laghi". In inverno poi non serviranno coperture ma sarà come possedere un laghetto ghiacciato.
E' una soluzione ecologica che si alimenta con il riciclo delle acque. La piscina consta di due parti, una dedicata alla balneazione e una dedicata alle piante acquatiche per la fitodepurazione, natanti, galleggianti, palustri e/o sommerse ossigenanti.

mercoledì 21 novembre 2012

Coltivare carote tonde che sembrano ravanelli e ravanelli oblunghi che sembrano carote


Con questi due ortaggi stupire a tavola diventa un gioco da ragazzi. E a caderci saranno non solo i bambini, ma anche gli adulti, perché il loro aspetto, rispetto al sapore, è decisamente fuorviante.

Si tratta  di due ortaggi che pur appartenendo a generi diversi si somigliano molto. Ovvero: carote tonde "travestite" da ravanelli, e ravanelli che grazie alla loro forma allungata sembrano carote. 
Sono ortaggi che si possono coltivare in giardino, o in vasi profondi sul terrazzo, anche se in questo caso, per dimensioni, è da preferire la carota.


Carota Tonda di Parigi: 
Ha una forma rotonda che raggiunge il diametro di 4 cm per 2 di altezza. Ha un sapore leggermente piccante e può essere consumata sia cruda che cotta.
Si semina da febbraio ad agosto, la raccolta è precoce da giugno a febbraio.
Ama un clima temperato e cresce bene anche in semi ombra, Il terreno deve essere sciolto e non avere ristagni. Si pianta in file distanziate 20 cm, 5 tra le piante su una stessa fila a un centimetro appena di profondità.

Ravanello Candela di Fuoco:
Ha un colore rosso accesso e una forma oblunga che lo fa somigliare a una carota. 
Anch'esso ama terreni sciolti e drenati, ma al contrario delle carote, anche ben concimati, e lavorati.
Si semina da marzo ad ottobre a due centimetri di profondità, 20 tra le file e 5 tra pianta e pianta. la maturazione dipende dal clima ma va effettuata prima della fioritura, altrimenti la radice si sciupa.
Il ravanello va innaffiato regolarmente nei mesi più caldi. 

mercoledì 14 novembre 2012

Uncaria la pianta del Rhamnose, lo zucchero anti-rughe

Uncaria, il nome può sembrare misterioso, ma dagli estratti di questa pianta sudamericana, che cresce nelle foreste di Brasile, Colombia e Perù, si ricava una sostanza dalle formidabili proprietà antirughe chiamata Rhamnose. Si tratta di un dolcificante verde, come quello della Stevia, dalle applicazioni estetiche oltreché alimentari. La sua azione rigeneratrice degli strati più superficiali dell'epidermide lo rende un alleato contro i danni causati dai raggi ultravioletti, dagli agenti atmosferici e dall'inquinamento.

martedì 13 novembre 2012

Zuccherino e croccante, il cachi è anche vaniglia

Varietà dolce e croccante, il cachi vaniglia, è una pianta antica. La sua bellezza si trova nella buccia -sottilissima- dai colori sfumati che vanno dal giallo all'arancione. La polpa rimane più compatta rispetto ad un cachi comune ed è edule già alla raccolta, senza bisogno di ammezzimento.  Per chi si voglia cimentare nella coltivazione del diospero: questa varietà è più resistente al gelo e produce molti frutti.

lunedì 5 novembre 2012

Foto, fragole fiorite in autunno


La sorpresa di questo autunno è stata quella di trovare le fragole fiorite. Come si nota dalla foto i fiori sono sbocciati in mezzo alle foglie secche!!! Il clima è stato mite e alcune piante sembrano averlo confuso con la primavera!!!

venerdì 2 novembre 2012

Come essiccare le zucche ornamentali in modo veloce

Essiccare le zucche ornamentali permette di conservarle per molto tempo. Il procedimento è semplice, ma in genere lento perché l'acqua contenuta all'interno deve evaporare.

Il rischio è che la zucca marcisca prima di essiccarsi, cosa che accade di sicuro se la riponiamo in un posto poco arieggiato. Anche tenerla in un contenitore è sconsigliato, perché la parte a contatto non respira e va facilmente a male. La cosa migliore da fare quindi è appenderla in un luogo asciutto e arieggiato, lontano da fonti di calore,  altrimenti tenderà ad asciugare troppo presto raggrinzendo.

Il procedimento di essiccazione si può però aiutare, togliendo un po' di polpa della zucca, vale a dire la parte che contiene più acqua. Basta prendere un fil di ferro, praticare dei forellini alla base - quella che resterà nascosta- e cercare di drenare un po' di liquido. Coi forellini, anche l'evaporazione sarà più veloce e sulla superficie si creerà meno patina. Una volta secca, basterà ripulirla e, volendo,  lucidarla.

mercoledì 31 ottobre 2012

Castagne bollite, le ballotte buone al naturale

A fine pasto, al posto di un frutto o di un dessert si possono gustare le castagne bollite. E' un modo per assaporarle autentiche,  ed è incredibile come il sapore cambi a seconda che siano messe sul fuoco con la buccia o già pulite.Queste ultime sono più dolci e tendono a sbriciolarsi. Quelle cotte intere, invece, mantengono un gusto meno zuccherino e una consistenza  farinosa che si scioglie in bocca.  Per la bollitura, lunga e paziente, è meglio evitare tegami in ferro. Alcuni arricchiscono l'acqua con vino, semi di finocchio o sale, a seconda delle zone, ma il consiglio è di provarle  senza aggiunte.
Si prende una pentola, si ricoprono le castagne con acqua fredda e si mettono sul fuoco lasciandole bollire a lungo.

sabato 27 ottobre 2012

Foto, pero nano in vaso: tempo di raccolta




Tempo di raccogliere!!! Quest'anno il pero nano ha fatto il suo dovere portando a termine la maturazione di qualche frutto. I fiori promettevano una raccolta migliore, ma proprio quando stavano già trasformandosi in piccole pere c'è stata una settimana di forte vento che ne ha fatte cadere molte. La pianta è giovane e il fatto che sia riuscita a portare a maturazione qualcosa, anche in condizioni avverse, è un ottimo risultato!!!!





giovedì 25 ottobre 2012

Foto, ravanelli dimenticati




Può succedere di trovare in giardino degli ortaggi dimenticati e mai raccolti! E' il caso di questi ravanelli scovati nel corso di una revisione autunnale. Alcuni sono cresciuti molto, come difficilmente se ne vedono in giro:  una curiosità perché per esser buoni vanno raccolti giovani.  Altre piante hanno fatto addirittura i fiori.


martedì 23 ottobre 2012

Castagno, l'albero del pane tra storia e leggenda

Una pianta "benedetta", donata da Dio agli uomini perché se ne cibassero nei momenti di carestia. Secondo la tradizione  è il castagno l'albero del pane. Un tempo, infatti, dai suoi frutti brumiti  i contadini traevano sostentamento per tutto l'inverno, quando i campi innevati erano a riposo. E anche laddove, in montagna, l'agricoltura stentava, a soccorrerne gli abitanti c'era la castagna.  Essiccata in ballatoi in legno e sasso, costruiti nel bosco, da essa si ricavava, e si ricava tutt'oggi, una preziosa farina, ottima per la preparazione di piatti salati, dolci e polente. Ma i  frutti sono è deliziosi anche appena colti, arrostiti sulla fiamma viva o lessati, con la buccia o senza  (Pelati) che anticamente costituivano un primo piatto.
Secondo i botanici il castagno è arrivato in Europa in tempi antichi, già nel V sec. a.C. dal vicino Iran. Si è così diffuso nel vecchio continente, proliferando  laddove le condizioni climatiche e le caratteristiche del terreno erano più favorevoli. Ama i terreni ricchi di silicio e poveri di calcare, ben drenati, ricchi e accoglienti per le proprie radici.  Ha una crescita lenta e può vivere più di mille anni.  Tornando alla leggenda vi si trova anche la spiegazione per il riccio, l'involucro spinoso che custodisce i frutti: sarebbe un artificio diabolico per impedire alla stirpe di Abele di cibarsi del frutto divino. Ma fu ancora il Signore a intercedere per l'uomo, segnando il riccio che subito si aprì a croce.

venerdì 19 ottobre 2012

Coltivare zucche nane, la Birne Bicolor

Questa davvero non sembra una zucca. Pare piuttosto un limone innestato su un cocomero. O una pera, maturata per metà. Invece è proprio una zucchetta ornamentale che può raggiungere i 12 cm di lunghezza. Viene dagli Usa e non è commestibile.
Coltivazione:
come al solito si pianta tra aprile e maggio e dovrebbe germinare in una decina di giorni. La posizione? sole, massimo semiombra. Acqua e concime.

Coltivare zucche ornamentali:  LA BIANCA BABY BOO

giovedì 18 ottobre 2012

Foto, rose in autunno


Con le piogge autunnali le rose hanno cominciato a rinverdire e sbocciare. L'estate è stata molto calda e nonostante le regolari annaffiature avevano perso un po' di foglie. Ma eccole di nuovo nel loro splendore, prima del riposo invernale. La potatura dei fiori sfioriti ha dato i suoi frutti!

- Come piantare una rosa
- Due antipidocchi naturali

martedì 16 ottobre 2012

Coltivare zucche nane ornamentali, la bianca baby boo

Immaginate la ringhiera del terrazzo, oppure un graticcio appoggiato al muro, con palloncini colorati di una decina di centimetri che spuntano dal verde. L'idea non mette subito allegria?
Per realizzarla basta comprare una bustina di zucche ornamentali, ce ne sono di tanti colori e forme, prendere una conca capiente, una spalliera o un graticcio, anche realizzato artigianalmente,  e piantare i semi in un angolo soleggiato.
La semina va fatta per tempo, a fine aprile-dopo i ghiacci invernali. Le piante vanno curate durante l'estate come un qualsiasi vaso di fiori: annaffiando regolarmente e, soprattuto,  avendo cura di non bagnare mai le foglie.
Le zucche ornamentali spesso non sono commestibili, ma dopo aver abbellito il terrazzo possono essere utilizzate per composizioni, non solo per la festa di Halloween.

La bianca  Baby boo,  invece, è anche commestibile, può essere riempita per piatti speciali.
Ad Halloween viene utilizzata come versione fantasma della classica zucca per il suo colore. E' una pepo, semi-arrampicante, matura in un centinaio di giorni e i suoi frutti si conservano per circa tre mesi.

Altre ornamentali: LA BIRNE BICOLOR
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mercoledì 10 ottobre 2012

Foto, fungo porcino

Ecco un fungo porcino pronto da friggere. Il gambo sarà ottimo da seccare al sole, il cappello, invece,  potrebbe anche finire su un bel filetto!

martedì 9 ottobre 2012

Carote nere purple carrot, il gusto del benessere

Più che una novità la carota nera è una riscoperta perché la varietà più antica di questo ortaggio è probabilmente scura, parola di scienziati. Furono gli olandesi, nel 1500 a privilegiare quella arancione, in onore del re Guglielmo d’Orange. E visto che erano proprio loro i maggiori esportatori di semi soppiantò presto le altre varietà. Oggi la purple carrot è riapparsa sugli scaffali di molti supermercati e a provarla ci si accorge subito che rispetto a quelle arancioni è molto più saporita. Non solo: pare essere un concentrato di vitamine e antiossidanti coi suoi antociani che difendono dai radicali liberi e che proteggono i capillari.

mercoledì 3 ottobre 2012

Tempo di seminare: il papavero della california

Coloratissimo,  il papavero della california è l'ideale per bordure fiorite che durino da giugno a settembre. Si compra in bustina e va piantato a settembre/ ottobre, mesi che consentono una resa migliore rispetto a quelli primaverili. Non sopporta il freddo e talvolta se germina prima del gelo viene sciupato. Una soluzione potrebbe essere quella di riparare il  terreno sul quale si è seminato. E' una erbacea perenne originaria del Nord America, tappezzante anche se  spesso viene  coltivata come annuale, sempre  in terreni ben drenati. Le foglie, eleganti, si innalzano fino a  50 cm.

martedì 2 ottobre 2012

Zenzero: un rizoma, tanti usi

Dolce o salato. Candito o essiccato. Lo zenzero è un must della cucina cinese dove si utilizza da secoli. La pianta, di cui si consuma il rizoma carnoso, è originaria dell'India e dell'Asia.  Ha fusti che arrivano fino al 1,50 cm di altezza.In Europa  è usato  fin dal Medioevo per le sue proprietà. Ha un sapore piccante e pepato utilizzato oggi come aroma  di alcune famose bibite. Si può consumare crudo: in questo caso vanno acquistati  rizomi giovani e freschi, quelli più sviluppati, invece, sono adatti da essiccare. 
Lo zenzero è considerato uno stimolante e uno stomachico, capace di calmare la nausea. E' anche l'ingrediente base di antiche ricette anti-raffreddamento. A seconda che si consumi crudo o cotto ci sono alcune controindicazioni. E'sconsigliato , ad esempio, mangiare zenzero crudo in presenza di infiammazioni allo stomaco.

lunedì 1 ottobre 2012

Il pistaccchio più buono? Quello verde di Bronte

In Sicilia c'è un paese che continua a vivere prevalentemente di agricoltura, grazie alla particolarità del suo tereno -cretoso e lavico- e del suo clima. Produce la varietà di pistacchio più buona del mondo, chiamata non a caso  "l'oro verde di Bronte".
Il pistacchio (greco Pistàkion) è una pianta antica, citata anche nell'Antico Testamento, originaria del Mediterraneo (Persia, Turchia) dove ancora oggi è coltivata.


La pistacchiera di Bronte si trova sulle rocce laviche. I frutti, prodotti secondo tradizione, sono esportati in tutto il mondo. E sono diventati l'ingrediente base di piatti esteri: dolci e salati: dalle salse per cacciagione realizzate in Germania al cioccolato e pasticcini di Svizzera e Belgio. Sono considerati infatti  prelibati  per le  caratteristiche organolettiche che li differenziano dai pistacchi coltivati in altre aree siciliane (Caltanissetta, Agrigento) o estere (Grecia, California,  Argentina, Turchia). E oggi sono molto richiesti anche dal Giappone.

Una coltivazione rispettosa della natura.
Gli alberi della piastacchiera di Bronte subiscono solo i trattamenti strettamente necessari alla sopravvivenza: non vengono concimati nè irrigati e anche le potature sono limitate all'asportazione dei rami secchi e delle gemme sviluppate nell'anno di riposo.
La raccolta avviene una volta ogni due anni, da fine agosto a inizio settembre.

Frutto: allungato e di colore verdognolo con  cuticola violacea.

Riconoscimenti: al Pistacchio di Boronte è stato conferito il  marchio italiano di tutela Dop ed è stato inserito tra i cibi Slow Food.
Da provare: la mortadella coi pistacchi che unisce in un unico prodotto due sapori tipici della tradizione culinaria italiana.

domenica 30 settembre 2012

Fiori secchi, composizioni: cardi selvatici e vitalba

Un mazzolino preparato alla fine dell'estate per allietare l'autunno e prepararsi  al Natale. Bastano poche cose per ottenere una composizione graziosa, da mettere in un vasetto di vetro colorato, magari vintage.
Per realizzarlo servono:

- dei rametti di vitalba
- alcuni cardi selvatici
- brillantini
- colla
-un cordoncino

Si fanno essiccare i fiori a testa in giù. Sui ciuffetti di vitalba si applica un po' di colla passandovi poi sopra dei brillantini. Non resta che comporre il mazzetto nel modo più gradito.

giovedì 27 settembre 2012

Alisso: fiorellini a grappoli multicolori per bordure e aiuole

Quasi cuscini. L'alisso è un fiore molto delicato e grazioso capace di creare isole profumate in mezzo al verde. La sua capacità tappezzante è utilizzata spesso per realizzare bordure perenni o quasi. Infatti, anche se la piantina tende a scomparire col freddo, si autosemina di anno in anno, riproponendosi puntuale a primavera. Anzi spandendosi per il giardino.

E' una specie rustica che può arrivare a 30 cm di altezza. I fiorellini sbocciano da maggio ad ottobre, ma nei climi più miti si protraggono anche oltre l'autunno.
Si semina in terra alla fine dell'inverno o a primavera, dopo aver lavorato e concimato il terreno, operazione che andrà ripetuta ad ogni primavera, avendo cura di eliminare le erbacce.

Ama il sole, ma cresce bene anche in semiombra, ama i terreni drenati e teme invece il vento, è saggio quindi, oltre che di sicuro effetto, piantarlo lungo i muriccioli.
Colori: esiste bianco, giallo limone e violetto.
L'etimologia del suo nome- "senza collera"- racconta di un'antica proprietà che gli veniva attribuita: quella di saper calmare l'ira: una dote apprezzabile  in un giardino la cui funzione dovrebbe anche essere quella di rilassare.
Link: Alisso, un fiore anti-inquinamento

Piantare un corniolo in giardino

Corteccia scagliosa, foglie ellittiche dal bel color verde scuro con frutti rossi, ovali, come piccole olive. Il corniolo è una pianta spontanea che cresce su tutta la Penisola, raggiunge i 6 mt di altezza e ama i terreni calcarei, sassosi che gli garantiscono una lunga vita. I frutti maturano a fine estate e mantengono un sapore acidulo che li rende adatti per la preparazione di salse e gelatine. Sono apprezzati come fonte di vitamina C.

Sebbene sia una pianta spontanea, il corniolo è gradevole in  giardino: sia esso prettamente rustico oppure frutto di una mescolanza tra specie autoctone e aliene. E' inoltre un importante richiamo per la fauna: per gli insetti - anzitutto api - attirati a primavera dal nettare dei fiori,  per i caprioli che si nurono delle foglie, infine per gli uccelli e per i ghiri che si cibano dei frutti.
Barriere verdi: ottimo anche per la realizzazione di siepi, con opportune potature che vanno eseguite a primavera. Si tratta però di siepi decidue.
Esposizione: semiombra.        
Quando piantarlo: a primavera o in inverno, quando la pianta è ormai "addormentata". Se si pianta a primavera andrà seguito con puntuali annaffiature.      

Tutti i colori del corniolo: giallo dei fiori primaverili che compaiono sul legno nudo,rossiccio del legno ,verde del fogliame, rosso screziato giallo-verde dei frutti in maturazione. rosso vivo del frutto maturo. Un melange che lo rende adatto a scopi ornamentali.

martedì 25 settembre 2012

Foto, la vite americana infuocata, il rosso dell'autunno

Ecco l'edera americana tutta rossa ad annunciare l'autunno: arrampicata su una ringhierina in ferro e cascante su un muretto in sasso.


lunedì 24 settembre 2012

Coltivazione, cunsumo e proprietà dell'Okra, una zucchina che sa di asparago

L'Okra è una pianta antica,  già coltivata dagli egizi per uso alimentare. I suoi frutti somigliano a zucchine di aspetto, ad asparagi di sapore.

Coltivazione: l'origine di questa erbacea annuale è africana, quindi ama il sole. Necessita di terreni profondi e non può essere coltivata in vaso. Raggiunge 2 mt di altezza e dalla primavera all'autunno produce bei fiori gialli. E' rustica, resistente ai parassiti e non necessita di molta acqua nè di particolari cure. I frutti sono di un bel verde, dalla forma allungata.
Consumo: i suoi frutti possono essere mangiati crudi oppure fritti o cotti in pentola, aggiunti a minestroni o minestre.
Proprietà: poche calorie, tante vitamine, acido folico, fibre. Aiuta la digestione con un'azione probiotica.

domenica 23 settembre 2012

Coltivare Tayberry, le more-lampone

Le Tayberry non sono more. E nemmeno lamponi. Sono l' incrocio fra i due frutti brevettato  dal greco Andrew Koumis nel 1997 e  così battezzate  in  onore del fiume scozzese Tay. E' in quel Paese, infatti, che l'incrocio è stato messo a punto dal botanico Derek Jennings (della Scottish Crops Research Institute) e dal ricercatore  David Mason.
La pianta è un cespuglio spinoso, come un rovo, che può arrampicarsi fino a tre metri di altezza. Ama il sole e i terreni ben sciolti. Fa parte della famiglia delle rosacee e fiorisce in estate.I frutti sono zuccherini, più dolci sia della mora che del lampone, adatti per confezionare gelatine e marmellate. Nonostante queste caratteristiche, le tayberry oggi restano un prodotto di nicchia, estromesso dalla grande distribuzione. Il motivo? Tecnico:  non è stato possibile automatizzarne la raccolta.
In giardino possono ricoprire muretti o essere utilizzate per creare golose barriere invalicabili. In questo caso, visto lo sviluppo,  tra pianta e pianta andrà osservata una distanza di almeno 80 cm. Il periodo migliore per iniziare la coltivazione di questo frutto è ottobre. Con qualche accorgimento da tenere a mente: non ama i terreni calcarei, adora quelli ben concimati. I frutti si cominciano a raccogliere già da metà agosto, man mano che maturano, fino ad ottobre.

venerdì 21 settembre 2012

Vasi improvvisati: pianta di vetro in pentola

Nella foto una vecchia pentola di alluminio, con tanto di manici,  salvata dalla spazzatura. E' diventata il contenitore di una cascata di fiori bianchi -Impatiens- mescolati a rametti d'edera. Alle piantine l'ambientazione è piaciuta e sono cresciute molto. All'inizio dell'estate erano minuscole, in quelle vaschette da sei...


Ortaggi curiosi: il sedano rapa

Si fa prima a mostrarlo che a descriverlo..perché quello nella foto è una radice di sedano rapa, Apium Graveolens, una pianta biennale coltivata nel nord Italia. Si tratta di un ortaggio curioso e  da provare in cucina che si può comprare anche al supermercato.
Raccolta: da metà agosto. Ha  tempi di coltivazione lunghi che superano i 100 giorni. Si trova in commercio dalla fine dell'estate fino all'inizio della primavera.
In cucina: buono crudo, in insalta, affettato fine, come ingrediente di zuppe, gratinato, al forno e  in padella. 
Da provare: al naturale, condito con maionese, curry e un pizzico di sale tagliato à la julienne.
Attenzione: come molti alimenti contiene alcune sostanze che in certi soggetti possono creare allergie, è quindi opportuno procedere con un piccolo assaggio se non si è mai provato il prodotto.

giovedì 20 settembre 2012

Mimosa pudica, una pianta "sensitiva"

Ritrosa al contatto, e sensibile alle vibrazioni, la Mimosa Pudica, chiamata anche Sensitiva, è un arbusto dalle graziose foglie sempreverdi dentate e dai fiori violetti simili a soffioni. E' una pianta che garantisce un'interazione diretta perché i suoi rametti se toccati, o anche solo avvicinati, si ritraggono. Tanto che in inglese si chiama Touch me no plant ( Pianta non toccarmi). Simpatica di  notte quando pare raccogliersi per dormire. Originaria del Sud America tollera inverni non eccessivamente rigidi, con brevi gelate. Può comunque essere ritirata o coltivata come annuale. In giardino va posta al sole o semiombra in terreno drenato. D'estate va annaffiata regolarmente. Nel maneggiarla bisogna porre attenzione perché è tossica.

mercoledì 19 settembre 2012

Coltivare il Fungo rosa dell'Amore


Lo chiamano fungo dell'Amore per quel suo colorito da cartoon dove, c'è da scommetterci, costituirebbe  il cibo prediletto di fate e principesse.  Se il nome scientifico è meno romantico - Pleurotos Salmonarius - di buono c'è che è facile da coltivare e (meraviglia!) addirittura commestibile, al forno o alla griglia. Ma come si coltiva? Si possono scegliere due strade:
  • Una  busta di semi 
In questo caso dovremo preoccuparci di creare il substrato.  Si prende della paglia da fieno ben conservata, la si inumidisce e quando l'umidità è uniforme si mescola alla bustina di semi all'interno di un sacchetto di plastica che andrà lasciato respirare inserendo un filtro di gommapiuma nella chiusura. Dopo una trentina di giorni, se lasciato a una temperatura di 25 gradi in un luogo lontano dai raggi del sole, comparirà una muffa bianca. A quel punto sarà possibile trasferire il composto in giardino, all'ombra al riparo sotto una sottile coltre di terriccio. I funghi dovrebbero spuntare in 30 giorni, mantenendo umido il terreno.
  • Una balla o delle buste di substrato già seminato
Si mette in cantina o in latro luogo al riparo dai raggi diretti del sole  annaffiandola regolarmente.

Il fungo è molto decorativo e negli ultimi anni è nata la tendenza di regalarlo come omaggio floreale in occasioni romantiche.

martedì 18 settembre 2012

Sesamo bianco e Sesamo nero

Ottimo per insaporire il pane e renderlo insolito, il sesamo nero, come quello bianco, è anche un integratore alimentare di preziose sostanze.
Originario - probabilmente - dell'India  oggi  è coltivato nelle regioni tropicali e sub tropicali di Asia e Africa. Ha una statura che   normalmente si mantiene sui 50 cm. I fiori sono bianchi ed allungati, all'interno del frutto si celano i gustosi semi.

Il nome scientifico è Sesamum Indicum ed esiste in molte varianti. Una distinzione grossolana può essere fatta tra quella a seme bianco e quella a seme scuro che però comprende diverse qualità.
I semi sono ricchi di sostanze nutritive e contengono un olio essenziale. Non hanno glutine e sono adatti ad una dieta per celiaci. I semi  si conservano essiccati o tostati o se ne estrae un olio alimentare.

Proprietà: Calcio, Omega3 e Omega6, vitamina A, B6, E, Selenio, Zinco, Fosforo, Potassio e Magnesio.

Sesamo nero: è tipico della cucina orientale ma se ne trovano tracce anche in quella greca e turca per la preparazione del pane. Il sapore dei semi scuri è più intenso di quello bianco e contiene una quantità maggiore di olio.

lunedì 17 settembre 2012

Piantare l'ortensia Hydrangea Avantgarde, un fiore gigante che dura


Un'ortensia così non si era mai vista. Con un unico fiore che raggiunge i  30 cm di diametro, dura due mesi e cambia colore tre volte: passando dal bianco al rosa pallido al verde, con riflessi azzurri se posto in un terreno acido. E'un ibrido, a marchio registrato, comparso sul mercato nel 2011.  Raggiunge l'altezza di 70-90 cm. E  per chi è abituato alle ortensie classiche il fiore è spettacolare,  capace di mantenersi leggero ed elegante pur nella sua grandezza.  Si pianta al sole o in semi-ombra, e necessita di molta acqua. Il costo? Sui 15-20 sterline on line, 25 euro a pianta in serra.

Il Mais rosso Marano e la tradizione vicentina

Arancio  intenso, praticamente rosso, il mais Marano è  tipico del vicentino, del paese da cui prende il nome. Dalla sua farina si prepara una polenta che costituiva il piatto principale di questo frammento di veneto.

La selezione della varietà iniziò nel 1890 quando Antonio Fioretti incrociò, impollinando l'uno con l'altro,  un mais locale, precoce e poco produttivo con una pannocchia tipica di Rettorgole di Caldogno, il cosidetto Pignoletto d'oro. Si trattava di una qualità ancora più colorita, ma tardiva. Ne sortì un mais migliore, ma ancora poco produttivo. Fioretti cominciò allora a selezionare le piante più promettenti che avessero prodotto almeno due pannocchie. Il risultato di molti anni di selezione fu un raccolto soddisfacente e precoce da mietere nella prima decina di settembre.
La coltivazione però si perse nel dopoguerra con l'introduzione di ibridi americani.

Nel '99 come per molti prodotti locali, anche per il granoturco di Marano è nato un Consorzio di tutela per la riscoperta di questa coltura e una cooperativa per la sua commercializzazione.

Caratteristiche: pannocchie piccole e allungate, a cilindro, di un colore intenso rossiccio con il tutolo sottile.
Con la farina si può preparare la tradizionale  "polenta di maranélo" sofficie e dal sapore intenso.

venerdì 14 settembre 2012

Il pomodoro fragola di Albiano (Garfagnana) digeribile e non acido

Produzione tipica di Albiano, il pomodoro fragola della Garfagnana è affidato ai Coltivatori-Custodi della Regione Toscana che dal 2007 preservano la produzione di ortaggi locali impegnandosi a restituire una parte dei semi ricavati dal proprio raccolto alla Banca del Germoplasma.

Caratteristiche: ha una forma particolare a campana di un rosso tenue che resta verde intorno al picciolo.
E' una specie molto profumata, con una buccia sottile e  una polpa dolce  assai digeribile e per niente acida.
Si pianta a maggio fino a 900 mt sul livello del mare  e si comincia  a raccogliere a luglio. I fiori sono di un giallo intenso e la pianta ha un andamento ad alberello.

Consumo: crudo in insalate oppure cotto per la preparazione di conserve.

mercoledì 12 settembre 2012

Chia, il cibo degli aztechi

Originaria del Messico e del Guatemala, questa Lamiacea, insieme al mais, costituiva  il principale nutrimento di Aztechi e Maya. I semi sono ricchi di Omega3, ferro, antiossidanti, vitamina C e fibre e il nome significa "forza".

In Europa fu importata dai conquistadores nel '500 e venne ribattezzata Salvia Hispanica. Cresce bene in terreni alcalini e argillosi, in posizioni ben soleggiate.

Somiglia un po' alla senape o al lino, con un vantaggio: la lunga conservazione. Può resistere inalterata in dispensa - lontano dalla luce e dall'umido - anche per due anni, mantenendo le proprietà nutritive.
La pianta è graziosa con foglie verde scuro e fiorellini viola che sbocciano tra luglio e agosto. L'altezza che può raggiungere è 1 mt. I semi si possono consumare tostati, come le noccioline,  oppure macinati, aggiungendoli alla farina per confezionare pane e biscotti. I germogli, invece, si possono miscelare in insalata. C'è da dire che  questo alimento è insapore pertanto l'unico apporto che può dare è nutritivo:  per aggiungere sostante preziose- omega3, vitamine, fibre-  ma anche per creare volume nel piatto diluendo la quantità - e quindi le calorie- dei cibi saporiti che accompagna.

martedì 11 settembre 2012

Coltivare i germogli passo passo

Prendete 10 cavoli e metteteli insieme, rimpiccioliteli e avrete un germoglio, con la stessa quantità di vitamine. Tecnica colturale antica, la germinazione delle sementi era utilizzata in inverno come sostuituto delle verdure fresche. Ma anche, nel caso delle lenticchie, come trattamento per renderle più digeribili.  Oggi resta un metodo semplice e sano per consumare vegetali con sali minerali e vitamine in quantità concentrate.

Dove coltivare i germogli:
  • In Barattolo: si stendono i semi sul fondo  e si ricoprono d'acqua sue volte al giorno, mattina e sera, avendo cura dopo di scolarla con un colino fine da cucina. Il barattolo viene poi ricoperto con una tela traforata in plastica fermata con un elastico.
  •  Nello scolapasta: si bagnano i semi due volte al giorno, lasciando defluire l'acqua
  • In appositi germogliatori che si trovano in commercio.


Semi che possono essere fatti germogliare per un consumo fresco e crudo:
- Lenticchie - Girasole            
- Amaranto - Erba medica (Alfa Alfa)
- Kamut - Farro                       
- Segale - Quinoa       
- Sesamo - Soia
- Fieno Greco - Semi di lino       
- Orzo  - Ceci                             
- Grano- Cavolo Rosso
- Adzuchi - Ravanello                                            
- Grano Saraceno- Broccoli                 
- Cresione - Carote                   
 - Canapa Sativa

Passo passo
  1. Comprare semi  biologici. Quelli dedicati hanno una resa migliore, anche se costano di più. Una volta aperta la bustina vanno eliminati quelli eventualmente rotti o danneggiati.
  2. Sciacquare i semi sotto acqua corrente e scolarli
  3. Riporli sul fondo di un vaso di vetro, tenendo conto per le dimensioni che i semi germogliati aumenteranno di volume
  4. Ricoprire i semi con acqua, lasciare qualche tempo in ammollo e poi scolare
  5. Bagnare e scolare due volte al giorno, mattina e sera, per quattro/cinque giorni
Una volta pronti al consumo- ogni seme ha i suoi tempi- vanno riposti in frigo e consumati in 2/3 giorni.

lunedì 10 settembre 2012

Coltivare un girasole gigante? Il segreto è nel clima

Dopo il girasole nano ecco il girasole gigante, spesso ritratto in foto che lo vedono superare i tetti delle case e raggiungere altezze di oltre 4 mt. In realtà non si tratta di una specie a sé stante. In commercio si trovano buste di "semi di girasole gigante", ma l'altezza dichiarata è di 180 mt. Niente di straordinario quindi rispetto alle dimensioni che tutti conosciamo,  che possono raggiungere normalmente i 2 mt di altezza. Lo stesso che nel paese di origine - America - può  superare i 4 mt. Ecco allora che per coltivare una pianta da guinness bisognerà che il clima si combini favorevolmente e le annaffiature siano abbondanti per favorirne lo sviluppo, senza creare però i mal tollerati ristagni d'acqua.

Cure: esposizione in pieno sole con annaffiature regolari e abbondanti. Fertilizzare ogni due settimane con del concime ricco in potassio. Distanziare bene le piantine.

venerdì 7 settembre 2012

Il gusto antico della Patata rossa di Cetica

Specie antica, coltivata per la sua capacità di adattarsi a terreni e climi inospitali, la patata rossa di Cetica - comune toscano in provincia di Arezzo- era stata abbandonata   nella competizione con  varietà dalla produzione più estesa e lucrosa. Al punto che le piantagioni ad alta quota si erano via via perdute. Nel 2000 un gruppo costituito da istituzioni locali e dall' Università di Firenze ha  deciso di procedere al recupero di questa specie: raccogliendo e riselezionando il materiale genetico disponibile. Il  progetto è riuscito. E oggi la patata rossa di Cetica è ricomparsa sulle tavole, prodotta e commercializzata in esclusiva da un Consorzio agricolo.

Caratteristiche: pezzatura media, buccia rosso scuro e forma tondeggiante. Pasta bianco latte a grana molto fine con striature rosate. La maturazione è tardiva e i fiori sono lilla.

In cucina: ha un sapore caratteristico ma delicato. Viene utilizzata per la preparazione di purea, gnocchi e tortelli di patate. Buona arrosto, lasciando la buccia.

giovedì 6 settembre 2012

Il basilico? C'è anche gigante

Con le sue foglie a cuore, grandi quanto il palmo di una mano, il basilico gigante è coltivato in Toscana, nelle province di Arezzo e di Firenze. Le foglie verde chiaro, bollose, sono intensamente aromatiche, con note di menta. Vengono utilizzate, spezzettate, per la preparazione della panzanella, un piatto a base di pane raffermo, o per la realizzare salse, ottime anche fresche, in insalata.
Viste le dimensioni - raggiunge i 50 cm di altezza- questa varietà di basilico  necessita di spazio, ma si adatta anche a un vaso capiente. Si semina in semenzaio già alla fine di febbraio e si trapianta a metà di aprile. Non necessita di terreni particolari, ma di acqua abbondante e di concimi ricchi di azoto. Produce molto, tuttavia, prima di iniziare la raccolta,  conviene aspettare che la pianta abbia sviluppato  almeno 4 ordini di foglie.
Un'altra varietà di basilico gigante, a foglia larga è quella napoletana.

mercoledì 5 settembre 2012

Frutti d'autunno: il fico melanzana

Forma allungata e color violetto, il fico melanzana è oggi una pianta rara. Un tempo la sua coltivazione era frequente nel centro Italia. La polpa è rosa e dolce, buona da consumare fresca, ma non da essiccare. Produce due tipologie di fichi. Quelli  maturati a luglio sono più grandi e meno aromatici di quelli autunnali. Anche la buccia è diversa, violacea nei primi e viola/grigio nei secondi

Link: Fico Rosa di Pestici 
Link: Coltivare un fico nano in vaso

sabato 1 settembre 2012

Coltivare il ciliegino giallo Gold Nugget

"Pomo d'Oro" letteralmente:  questa variante di ciliegino è proprio  del colore del prezioso metallo. Così come vuole il nome.
Caratteristiche: gusto delicato e piccola dimensione. Ottimo da abbinare col pesce e coi piatti non troppo aromatici perché ha un sapore che non copre. E' inoltre uno dei primi pomodori a maturare ed ricco di betacarotene.

Coltivazione: da marzo anche sul davanzale: esposto al sole e in un vaso protetto creandogli intorno una sorta di serra col cellophane.
Si piantano i semini, in superficie, mezzo centimetro, e in due settimane dovrebbero germogliare. Quando hanno raggiunto 2cm di altezza si possono travasare con la loro zolletta in un vaso più grande: è bene che sia un po' capiente, 40 cm, con terreno ben concimato, annaffiando regolarmente. Man mano che la pianta cresce andrà poi sostenuta con un tutore.

giovedì 30 agosto 2012

Vasi non convenzionali: vecchie scarpe

Se avete un paio di  scarpe ormai inutilizzabili, ma belle e di buona qualità, allora (per una volta a buon ragione) potreste decidere di non buttarle. Di riutilizzarle piuttosto come vasi.
Perché, se colore e design della calzatura sono gradevoli e si indovina l'abbinamento con una pianta, l'effetto potrebbe essere davvero grazioso.
L'idea in sé non è di chi scrive, ma di qualche abile riciclatore. Nella foto è stata però postata una versione personale: scarponcini scamosciati chiari con edera screziata.

lunedì 27 agosto 2012

Cocomero giallo o cocomero ananas


Non fosse per i semi neri, tagliato a fette potrebbe essere scambiato per un ananas. Il cocomero giallo, dalle medie dimensioni e dalla polpa esotica e succosa,  proviene dall'Arizona. Ed è a torto chiamato cocomero giapponese.

La varietà più antica, coltivata dalla popolazione indigena dei Tohono O'Odhame si chiama Gepi. Un tempo ne era il principale alimento e veniva consumato per sei mesi l'anno, anche cucinato in zuppa fredda. Oggi fa parte degli alimenti Slow Food.
La buccia è verde marezzata, la polpa giallo-arancio. Si tratta di una specie molto produttiva in grado di resistere al deserto.
Vi è poi la varietà di anguria  Yellow Crown, sempre a polpa gialla ma meno succosa e più consistente.
Anche in Italia è iniziata una mini-produzione, in Sicilia e Basilicata.

venerdì 24 agosto 2012

Coltivare il girasole nano in vaso

Se lo spazio è poco, ma non si vuole rinunciare a quell'allegria festosa che solo i girasoli sanno esprimere nella loro incessante rincorsa del sole, allora si può optare per una variante in miniatura, ad esempio la "Colony",  da coltivare comodamente in vaso, su un terrazzo assolato. La loro altezza è davvero mini, 50 cm-60 cm, ma i loro fiori seppur piccolini sono tali e quali quelli dei loro parenti grandi.
Si posso comprare i semi - da mettere a dimora tra marzo e giugno- o direttamente le piante con tanti bocciolini pronti ad esplodere. Per la terra va bene un terriccio universale. Il resto lo fa l'esposizione che deve essere proprio baciata dal sole. La fioritura dovrebbe protrarsi da luglio ad ottobre.

- Coltivare il girasole gigante? Tutta una questione di clima

mercoledì 22 agosto 2012

Paprika, quella ungherese è Dop

Basta aver letto un libro di Magda Szabò per sapere quale ruolo principesco riveste la paprika nella cucina magiara.  Un ruolo che recentemente  ha ottenuto due riconoscimenti europei.  Nel 2011 la paprika prodotta a  Szeged è stata registrata come prodotto a "denominazione di origine protetta",  ed ora lo è diventata anche quella di Kalocsa.

Ma di cosa si tratta? Polvere di peperoncino macinato, la cui piccantezza e qualità dipendono dalla materia prima.  A dare il livello di piccantezza, però, oltre alla tipologia di peperoncino utilizzata,  è anche la percentuale di semi miscelati.

Il peperoncino ha origine incerta. Secondo alcuni  proviene dell'America centrale e meridionale. Secondo altri dalle Indie. Di sicuro c'è che trattandosi di una Solanacea  è parente col pomodoro e la melanzana.

In Ungheria, il suo impiego culinario è un retaggio dell'occupazione turca che utilizzava addrittura i rossi baccelli come medicinale.