lunedì 1 ottobre 2012

Il pistaccchio più buono? Quello verde di Bronte

In Sicilia c'è un paese che continua a vivere prevalentemente di agricoltura, grazie alla particolarità del suo tereno -cretoso e lavico- e del suo clima. Produce la varietà di pistacchio più buona del mondo, chiamata non a caso  "l'oro verde di Bronte".
Il pistacchio (greco Pistàkion) è una pianta antica, citata anche nell'Antico Testamento, originaria del Mediterraneo (Persia, Turchia) dove ancora oggi è coltivata.


La pistacchiera di Bronte si trova sulle rocce laviche. I frutti, prodotti secondo tradizione, sono esportati in tutto il mondo. E sono diventati l'ingrediente base di piatti esteri: dolci e salati: dalle salse per cacciagione realizzate in Germania al cioccolato e pasticcini di Svizzera e Belgio. Sono considerati infatti  prelibati  per le  caratteristiche organolettiche che li differenziano dai pistacchi coltivati in altre aree siciliane (Caltanissetta, Agrigento) o estere (Grecia, California,  Argentina, Turchia). E oggi sono molto richiesti anche dal Giappone.

Una coltivazione rispettosa della natura.
Gli alberi della piastacchiera di Bronte subiscono solo i trattamenti strettamente necessari alla sopravvivenza: non vengono concimati nè irrigati e anche le potature sono limitate all'asportazione dei rami secchi e delle gemme sviluppate nell'anno di riposo.
La raccolta avviene una volta ogni due anni, da fine agosto a inizio settembre.

Frutto: allungato e di colore verdognolo con  cuticola violacea.

Riconoscimenti: al Pistacchio di Boronte è stato conferito il  marchio italiano di tutela Dop ed è stato inserito tra i cibi Slow Food.
Da provare: la mortadella coi pistacchi che unisce in un unico prodotto due sapori tipici della tradizione culinaria italiana.

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