martedì 23 ottobre 2012

Castagno, l'albero del pane tra storia e leggenda

Una pianta "benedetta", donata da Dio agli uomini perché se ne cibassero nei momenti di carestia. Secondo la tradizione  è il castagno l'albero del pane. Un tempo, infatti, dai suoi frutti brumiti  i contadini traevano sostentamento per tutto l'inverno, quando i campi innevati erano a riposo. E anche laddove, in montagna, l'agricoltura stentava, a soccorrerne gli abitanti c'era la castagna.  Essiccata in ballatoi in legno e sasso, costruiti nel bosco, da essa si ricavava, e si ricava tutt'oggi, una preziosa farina, ottima per la preparazione di piatti salati, dolci e polente. Ma i  frutti sono è deliziosi anche appena colti, arrostiti sulla fiamma viva o lessati, con la buccia o senza  (Pelati) che anticamente costituivano un primo piatto.
Secondo i botanici il castagno è arrivato in Europa in tempi antichi, già nel V sec. a.C. dal vicino Iran. Si è così diffuso nel vecchio continente, proliferando  laddove le condizioni climatiche e le caratteristiche del terreno erano più favorevoli. Ama i terreni ricchi di silicio e poveri di calcare, ben drenati, ricchi e accoglienti per le proprie radici.  Ha una crescita lenta e può vivere più di mille anni.  Tornando alla leggenda vi si trova anche la spiegazione per il riccio, l'involucro spinoso che custodisce i frutti: sarebbe un artificio diabolico per impedire alla stirpe di Abele di cibarsi del frutto divino. Ma fu ancora il Signore a intercedere per l'uomo, segnando il riccio che subito si aprì a croce.

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